Lo Studio
— Supporto per chi ha problemi ad affrontare i cambiamenti della vita —
Cosa fa lo psicologo?
- Interventi di prevenzione, diagnosi, riabilitazione e sostegno;
- Interventi volti alla comprensione e risoluzione delle situazioni in cui le condizioni personali e la relazione con gli altri possono costituire fonte di disagio e di difficoltà;
- Interventi volti alla crescita personale: migliorare la comunicazione, l’autostima, la propria qualità di vita, etc…;
- Interventi clinici: valutazione e riabilitazione cognitiva (memoria, attenzione, percezione, linguaggio…), e dei disturbi del comportamento, riabilitazione psicosociale, valutazioni cliniche, perizie, diagnosi, etc…;
- Interventi volti al benessere psicofisico: cambiamento delle abitudini (fumo, peso, etc…), controllo e gestione dello stress e delle emozioni.
Gli interventi dello psicologo sono rivolti a singoli individui, oppure coppie, famiglie o comunità.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
È utile rivolgersi ad uno psicologo per essere aiutati con quando si avverte una situazione di disagio che interferisce con il normale e/o desiderato svolgimento delle proprie attività di vita (personali, relazionali, scolastiche o lavorative, sociali…).
- Colloqui di valutazione e sostegno.
- Lo psicologo è colui che ha conoscenze e strumenti utili per il nostro star bene, per curare le ferite, i traumi e le delusioni della vita; ma anche per aiutarci a scoprire ed utilizzare la ricchezza che è dentro ognuno di noi.
- Lo psicologo aiuta la persona a focalizzare meglio i propri pensieri ed emozioni per esprimerli appieno.
Gli incontri hanno una durata di circa un’ora ed hanno una cadenza settimanale. Frequenza, modalità ed obiettivi sono concordati ed esplicitati sempre assieme, all’inizio e nel corso degli incontri.
Colloqui di valutazione e sostegno
Lo psicologo è colui che ha conoscenze e strumenti utili per il nostro star bene, per curare le ferite, i traumi e le delusioni della vita; ma anche per aiutarci a scoprire ed utilizzare la ricchezza che è dentro ognuno di noi. Lo psicologo aiuta la persona a focalizzare meglio i propri pensieri ed emozioni per esprimerli appieno. Gli incontri hanno una durata di circa un’ora ed hanno una cadenza settimanale. Frequenza, modalità ed obiettivi sono concordati ed esplicitati sempre assieme, all’inizio e nel corso degli incontri.
Terapia cognitivo comportamentale (CBT)
Tale approccio postula una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come i problemi emotivi siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che il paziente sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento. La teoria di fondo, sottolinea l’importanza delle distorsioni cognitive e della rappresentazione soggettiva della realtà nell’origine e nel mantenimento dei disturbi emotivi e comportamentali. Ciò implica che, non sarebbero gli eventi a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e di comportamento, ma questi verrebbero piuttosto largamente influenzati dalle strutture e costruzioni cognitive dell’individuo (assunto già condiviso ai tempi del filosofo stoico Epitteto). La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) si propone, di conseguenza, di aiutare i pazienti ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, al fine di sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali. La CBT ha assunto il ruolo di trattamento d’elezione per i disturbi d’ansia, così come attestano recenti documenti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). La CBT si caratterizza per le seguenti peculiarità:
È scientificamente fondata
L’intervento clinico è strettamente coerente con le conoscenze sulle strutture e sui processi mentali desunte dalla ricerca psicologica di base. Inoltre, è stato dimostrato attraverso studi controllati che i metodi cognitivo-comportamentali costituiscono una terapia efficace. La CBT, infatti, ha mostrato risultati superiori o almeno uguali agli psicofarmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma assai più utile nel prevenire le ricadute.
È orientata allo scopo
Il terapeuta cognitivo-comportamentale lavora insieme al paziente per stabilire gli obiettivi della terapia, formulando una diagnosi e concordando con il paziente stesso un piano di trattamento che si adatti alle sue esigenze, durante i primissimi incontri. Si preoccupa poi di verificare periodicamente i progressi in modo da controllare se gli scopi sono stati raggiunti.
È pratica e concreta
Lo scopo della terapia si basa sulla risoluzione dei problemi psicologici concreti. Alcune tipiche finalità includono la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico e dell’eventuale concomitante agorafobia, la riduzione o l’eliminazione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la promozione delle relazioni con gli altri, la diminuzione dell’isolamento sociale, e cosi via.
È collaborativa
Paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie che possano indirizzare il soggetto alla risoluzione dei propri problemi. La CBT è, infatti, una psicoterapia sostanzialmente basata sulla collaborazione tra paziente e terapeuta. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione delle specifiche modalità di pensiero che possono essere causa dei problemi emotivi e comportamentali che attanagliano il paziente.
È a breve termine
La CBT è a breve termine, ogniqualvolta sia possibile. La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza il più delle volte settimanale. Problemi psicologici più gravi, che richiedano un periodo di cura più prolungato, traggono comunque vantaggio dall’uso integrato della terapia cognitiva, degli psicofarmaci e di altre forme di trattamento.
Richiedi ora una consulenza per approfondire l'argomento.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale combina due differenti forme di terapia:
La psicoterapia comportamentale
Che aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto in tali circostanze, mediante l’apprendimento di nuove modalità di risposta, l’esposizione graduale alle situazioni temute e il fronteggiamento attivo degli stati di disagio.
La psicoterapia
cognitiva
Che aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti, gli schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni problematiche vissute dal paziente, a correggerli, ad arricchirli, ad integrarli con altri pensieri più realistici, o, comunque, più funzionali al proprio benessere.
Il cambiamento dei contenuti e dei processi cognitivi problematici (convinzioni, valutazioni, aspettative, emozioni, distorsioni cognitive, ecc.) non viene perseguito, quindi, soltanto mediante la discussione e la riformulazione delle convinzioni disfunzionali dei pazienti, bensì mediante numerosi e variegati metodi d’intervento, diretti non solo agli aspetti cognitivi del funzionamento dell’individuo, ma anche a quelli specificamente emotivi e comportamentali.